Ho appreso recentemente che da agosto 2025 il popolare gioco da tavolo Monopoli sostituirà le iconiche banconote di carta con un’app mobile di pagamenti digitali, segnando una svolta epocale per questo classico intramontabile.
Quando giocavo da bambino e, più tardi, con i miei figli, il Monopoli mi ha insegnato – e spero abbia trasmesso anche a loro – che se non tieni sotto controllo la tua situazione economica, gli altri giocatori potrebbero approfittarsene, “dimenticando” innocentemente di pagare quando atterrano su una tua proprietà o calcolando erroneamente gli importi dovuti.
Ricordo ancora la sensazione di sicurezza che quelle banconote colorate mi trasmettevano quando la sorte non era dalla mia parte e pescavo la temuta carta della manutenzione degli alberghi. È lì che ho interiorizzato un principio fondamentale che mi è servito per tutta la vita: se le mie riserve economiche erano limitate, dovevo essere paziente, rimandare l’acquisto del Parco della Vittoria, completare un altro giro del tabellone e valutare attentamente l’evoluzione della partita.
Il Monopoli, credo, per noi italiani – tradizionalmente un popolo di risparmiatori – e in particolare per la mia generazione, ha rappresentato molto più di un semplice passatempo: è stato uno strumento educativo, una metafora ludica ma efficace di come avremmo dovuto affrontare il nostro futuro finanziario. Mi domando se lo sarà anche per le generazioni future, con la sua nuova app bancaria, e se conserverà lo stesso valore formativo.
La trasformazione digitale del gioco, in effetti, rispecchia perfettamente l’evoluzione in corso nella nostra società, dove il contante sta progressivamente cedendo il passo a forme di pagamento virtuali. È innegabile che già con l’avvento delle carte di credito abbiamo assistito a una progressiva erosione della percezione tangibile dei “soldi in tasca“, portandoci spesso a spendere più di quanto realmente disponibile. Ed è altresì innegabile che la smaterializzazione del denaro modifica profondamente il nostro rapporto psicologico con esso, rendendo più sfumati i confini della nostra capacità di spesa.
Questa evoluzione del Monopoli rappresenta dunque un interessante caso di studio: un microcosmo ludico che riflette trasformazioni macroeconomiche più ampie, perché la digitalizzazione del denaro, pur offrendo innegabili vantaggi in termini di praticità, sicurezza e tracciabilità, comporta anche nuove sfide educative.
Forse, però, possiamo vedere in questo cambiamento anche un’opportunità: insegnare alle nuove generazioni a gestire consapevolmente gli strumenti finanziari digitali che caratterizzeranno sempre più il loro futuro. Il Monopoli potrebbe così continuare a svolgere la sua funzione educativa, adattandosi all’evoluzione dei tempi e preparando i giocatori alle dinamiche economiche contemporanee.
In fondo, al di là del mezzo utilizzato – banconote colorate o transazioni digitali – l’essenza del gioco rimane immutata: comprendere il valore del denaro, pianificare investimenti strategici e imparare a gestire risorse limitate in un contesto competitivo. Principi che, oggi come ieri, costituiscono fondamentali lezioni di vita economica.